Vendite online:perché frutta e verdura non decollano nel digitale

Hai mai provato a comprare ortofrutta online? Non un gadget o una maglietta: una mela vera, di quelle che tocchi, annusi e giri tra le mani prima di decidere se portarla a casa.
Ecco, forse sì, forse no. Ma una cosa è certa: la maggior parte degli italiani preferisce ancora sceglierla dal vivo.

E non è solo una questione di abitudine.

Vendite online ortofrutta: il digitale corre, ma la frutta resta indietro

L’e-commerce alimentare in Italia continua a crescere: +8,5% previsto nel 2025, secondo l’Osservatorio Netcomm in collaborazione con NIQ.
Il food delivery vola, i supermercati spingono sull’omnicanalità, e persino Amazon espande (lentamente) la sua rete di consegna fresca.

Ma c’è un grande assente alla festa del digitale: l’ortofrutta.
Nel 2024, solo l’1,22% delle vendite online ortofrutta confezionata è avvenuta tramite e-commerce. Un dato in calo rispetto agli anni precedenti.

Tutti crescono. L’ortofrutta no.

Perché le vendite online ortofrutta non convincono gli italiani

Semplice: vogliamo vederla. Toccarla. Valutarla con i nostri sensi, non attraverso uno schermo.
Il 60% degli italiani che rifiutano la frutta online lo fa per un motivo molto umano: “Preferisco sceglierla di persona.”

E come dare loro torto?

Quando si parla di cibo fresco, la fiducia è tutto. Nessun algoritmo garantisce la sicurezza che si prova davanti al banco del fruttivendolo.

Un problema per alcuni, un’opportunità per altri

Per le aziende nate solo online vendere ortofrutta è una montagna da scalare. Per i supermercati tradizionali, invece, è l’occasione per rafforzare un modello vincente: l’omnicanalità. La frutta, paradossalmente, è ciò che spinge le persone in negozio. Ed è lì che si costruisce la fiducia necessaria anche per gli acquisti futuri online.

Approfondisci in questo articolo il potere delle emozioni nel digitale.

La lezione dell’ortofrutta: non tutto si digitalizza

Non tutto può essere digitalizzato alla stessa velocità. Il vero successo non sta nel forzare i comportamenti, ma nel capire cosa conta davvero per le persone. E nel caso della frutta, conta ancora il contatto diretto. Quel gesto semplice di scegliere, annusare, toccare.

Forse il digitale non ha ancora trovato il modo giusto per rispettare questa intimità.
O forse non deve farlo. Forse deve solo imparare ad affiancarla.